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Gli archivi d'impresa in Italia
di Fabio del Giudice

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Storia ed evoluzione
Prospettive
Bibliografia

L’interesse per la documentazione delle imprese si può far risalire in Italia ai primi anni settanta, quando l’Amministrazione archivistica organizzò nel 1973 la Tavola rotonda sugli archivi delle imprese industriali. In precedenza le banche di più antica tradizione erano state le più attive nelle iniziative di tutela e valorizzazione, grazie anche al loro straordinario patrimonio storico-documentario. Il merito di quella prima iniziativa fu soprattutto degli storici dell’economia e di alcuni imprenditori e archivisti di stato. Tale iniziativa era destinata a promuovere una nuova stagione di ricerche sulla storia dello sviluppo economico nel nostro paese. Da più parti si lamentava, infatti, l’esiguità e la frammentarietà delle fonti primarie e della documentazione prodotta dagli stessi soggetti protagonisti dello sviluppo industriale.

Le attività intraprese per tutelare una parte così importante del patrimonio archivistico nazionale erano state piuttosto rare. Nel giro di pochi anni – soprattutto per merito di alcune soprintendenze – furono avviate le prime ricognizioni, riguardanti prevalentemente gli archivi dei soggetti economici privati. Il censimento si era rivelato subito lo strumento più adatto per avviare le prime iniziative sulla documentazione esistente ed era pensato per fornire il primo indispensabile livello di conoscenza di un patrimonio che si intendeva poi tutelare e valorizzare. L’esperienza di quegli anni ha dimostrato che il censimento – sia esso per area geografica che di tipo settoriale – ha gradualmente reso disponibili un insieme di dati e parallelamente consentito di accedere alla relativa documentazione.

Col tempo è apparso evidente che le varie informazioni rilevate necessitano di costanti aggiornamenti, sempre più indispensabili quando i fenomeni di fusioni e incorporazioni aziendali si succedono rapidamente. In molte circostanze, quando i risultati dei censimenti rischiavano di essere vanificati, l’amministrazione archivistica ha deciso di emanare la dichiarazione di notevole interesse storico dell’archivio dell’ente. In altri casi, infine, i risultati dei censimenti hanno prodotto un altro tipo di strumento archivistico, di maggiore respiro e approfondimento, la guida, che descrive i documenti conservati in un determinato istituto o in una rete di istituti similari.

A pochi anni dalle prime pionieristiche iniziative – la creazione dell’Archivio storico Ansaldo risale al 1980 – si sono succedute numerose aperture di archivi storici aziendali e nel 1984 la «Rassegna degli Archivi di Stato» ha pubblicato un numero monografico interamente dedicato agli archivi d’impresa in Italia.

La seconda metà degli anni ottanta e buona parte degli anni novanta vanno considerati nel complesso come un periodo proficuo per gli archivi d’impresa: nel 1998 viene pubblicato il primo manuale di archivistica per l’impresa, il panorama degli archivi storici inaugurati e aperti al pubblico si arricchisce notevolmente e intorno ad essi sono organizzati numerosi convegni insieme ad altre attività di tipo formativo e seminariale, anche a seguito della maggiore attenzione verso le problematiche della documentazione delle imprese da parte della Associazione nazionale archivistica italiana. Di recente l’Anai ha poi promosso uno specifico gruppo di lavoro a livello nazionale con l’intenzione di raccogliere archivi e archivisti d’impresa: il Giai. L’esperienza, pur non pienamente riuscita, rappresenta comunque un primo tentativo di fare sistema, di coordinare e dare voce a realtà, istituzioni e professionalità che spesso si trovano a operare su problematiche di tipo comune in contesti organizzativi e geografici lontani tra loro.

A testimonianza della crescente attenzione del mondo imprenditoriale verso la cultura e la documentazione d’impresa meritano di essere segnalate due ulteriori iniziative. La prima riguarda la nascita nel 2001 dell’Associazione musei e archivi d’impresa. Questa nuova realtà, nata inizialmente come gruppo di lavoro finalizzato a conferire dignità istituzionale e qualitativa ai primi musei delle aziende, si propone di conservare e valorizzare il patrimonio storico avente valenza museale per le imprese. In questa prospettiva sono i prodotti dell’attività imprenditoriale a essere posti al centro dell’attenzione e la documentazione d’archivio svolge un ruolo di completamento all’interno del complesso espositivo.

La seconda è costituita dal Premio impresa e cultura, giunto nel 2004 alla sua nona edizione. La crescente importanza del premio è la dimostrazione concreta dell’evoluzione dei rapporti tra impresa e mondo della cultura. Nel corso degli ultimi anni l’investimento in cultura è passato dal tradizionale ambito del mecenatismo e della sponsorizzazione a una visione decisamente più aperta, di vero e proprio partenariato culturale. Le imprese, ideando, finanziando e realizzando progetti culturali, stanno dimostrando come anche la cultura rappresenti un valore flessibile. I musei e gli archivi d’impresa ne sono un classico esempio e la parte di risorse dell’investimento culturale direttamente destinate alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico-documentale e di quello visivo è in rapido aumento.

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