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Archivi d'impresa: in pericolo o mai controllati come oggi?
di Hans Eyvind Næss

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Con il passare del tempo il sistema economico globale è rapidamente mutato sotto vari punti di vista. In particolare vi sono stati interessanti cambiamenti come la crescita del libero scambio, la riduzione di protezionismi nazionali, lo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione e l'incremento del trasporto aereo che, combinati, hanno contribuito a ridurre le distanze tra le varie parti del mondo. A questo si è aggiunta la nascita di grandi multinazionali che hanno comprato e venduto altre imprese: un mondo fatto di fusioni e separazioni.
Tutto questo ha fatto sì che il privato abbia sostituito il ruolo centrale – in alcuni paesi il monopolio – del pubblico. Allo stesso tempo, però, il settore pubblico è cresciuto con la stessa rapidità, anzi in alcuni paesi anche più velocemente di quello privato a causa di fattori quali migliori meccanismi di controllo e audit, aumento di servizi pubblici e in particolare sanità, istruzione e trasporti.
Il pubblico e il privato giocano un ruolo fondamentale nella maggior parte dei settori della società. I governi possiedono imprese di ogni tipo o hanno delle partecipazioni in esse. Il sistema scolastico è formato da scuole pubbliche e private. La stessa duplice situazione si può trovare nel sistema sanitario. Un tale rapido e complesso sviluppo certamente lascia molte tracce e gli archivi pubblici stanno crescendo ora più che mai.
Gli archivi sono un campo in continua crescita sia a livello centrale che in ambito territoriale.
Gli archivi privati non sono regolati dalle stesse leggi che regolano quelli pubblici ma anche in questo settore si sta registrando notevoli cambiamenti; le leggi riguardanti gli archivi sono nate in un primo tempo dalla necessità del settore pubblico di garantire la conservazione e preservare la memoria dei propri archivi.
Ma avendo il settore privato negli ultimi decenni aumentato il proprio peso all'interno della società e nel modo di fare la storia è stata introdotta una quantità di norme sempre più ampia per sorvegliare e tutelare nel settore privato la cultura d'impresa.
In tutti i paesi è in forte aumento l'attenzione posta alla conservazione di documenti a carattere giuridico-fiscale o relativi alla salute e sicurezza nelle fabbriche fino ad arrivare alla tutela dei documenti del settore dei trasporti. Sempre più gli archivi pubblici vengono investiti dai governi del ruolo di conservatori della memoria anche degli archivi privati.
Oltre a ciò, le grandi multinazionali hanno utilizzato i propri archivi come strumenti per la ricostruzione del proprio percorso storico fatto da marchi, brevetti, strategie, documenti a carattere personale o particolarmente significativi.
E, come in molti altri settori della società, emerge un numero crescente di casi in cui le imprese e archivi pubblici collaborano nella conservazione degli archivi privati all'interno di istituzioni culturali come musei, archivi e biblioteche. Il Deutsche Wirdschaftsarchive è un buon esempio di collaborazione tra chi produce e chi conserva archivi.
La crisi finanziaria ha colpito duramente molte imprese che si sono trovate di fronte al fallimento, circostanza mai così frequente come negli ultimi due anni.
D'altro canto, proprio durante i tempi di crisi, il management all'interno delle imprese ha maturato maggiore consapevolezza dell'importanza e del ruolo dei propri archivi.
Mi chiedo quindi se la crisi abbia avuto un effetto estremamente negativo sulla conservazione degli archivi d'impresa o se, sarebbe successo comunque.
E in ogni caso credo fortemente che secondo lo sviluppo generale che ho descritto sopra, la conservazione degli archivi sia una preoccupazione e allo stesso tempo un'attività in costante crescita nella società contemporanea.


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