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L’impresa tra etica e responsabilità sociale
a cura di Salvatore Vento

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La responsabilità sociale dell’impresa nell’Unione europea
La Rsi in Italia
La Sa 8000


In Italia la Rsi rientra nelle competenze del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che nel novembre 2003 ha promosso a Venezia una Conferenza europea presentando il Progetto CSR-SC (Social Commitment) quale contributo italiano alla campagna di diffusione della CSR in Europa. In collaborazione con l’Università Bocconi, il ministero ha elaborato il Social Statement: linee guida per le aziende che volontariamente desiderano sviluppare pratiche di CSR. Esso rappresenta anche uno strumento di autovalutazione, monitoraggio e rendicontazione per altre imprese già impegnate su questo terreno. Dopo aver individuato otto principali stakeholders (risorse umane, soci/azionisti, clienti, fornitori, partner finanziari, stato, enti locali, pubblica amministrazione, comunità, ambiente) per ognuno di essi sono stati definiti una serie di indicatori.

Prendendo come riferimento il modello operativo a livello europeo, nel mese di maggio 2004, è stato istituito il Forum italiano multi-stakeholder per la CSR. Il forum, presieduto dal ministero del Lavoro, è un organismo consultivo al quale aderiscono le parti sociali e i rappresentanti di organismi no profit. In seguito ad un protocollo d’intesa stipulato con Unioncamere si prevede l’apertura di sportelli in 20 Camere di commercio con funzioni di consulenza alle imprese in materia di CSR.

Infine, il 10 dicembre 2004, «Il Sole 24 ore» ha pubblicato un inserto esplicativo del progetto CSR-SC e sono in fase di realizzazione degli spot televisivi.

Le regioni, a partire dall’elaborazione dei propri programmi di sviluppo, hanno la possibilità d’intervenire sui temi della responsabilità sociale delle imprese. L’esperienza più importante è quella della regione Toscana che, nell’ambito del Complemento di programmazione obiettivo 2, 2000-2006 relativamente agli investimenti per servizi di consulenza, prevede finanziamenti alle Pmi che intendono procedere verso la certificazione Sa 8000.

L’azione configura un sistema di aiuto diretto alle Pmi nella misura del 50% della spesa complessiva prevista. I fondi a disposizione sono oltre 28 milioni di euro. In questo modo si tende a premiare le aziende certificate rispetto alla qualità ambientale (Emas o Iso 14001) e alla responsabilità sociale (Sa 8000).

Nel mese di maggio la regione ha insediato la commissione Etica regionale per la responsabilità sociale delle imprese (Cer), composta dai rappresentanti degli stakeholders territoriali: sistema camerale, enti locali, associazioni non profit e Ong, associazioni di consumatori, sindacati, associazioni datoriali. La commissione ha attivato tre gruppi di lavoro:

  • certificazione di distretti e di filiera;
  • etica in economia e finanza;
  • strumenti della Rsi e adattabilità alle Pmi.

Un’altra esperienza da segnalare è quella della regione Umbria. Oltre ad aver ha approvato una legge che istituisce l’albo delle imprese certificate SA 8000, ha previsto contributi a fondo perduto pari al 50% delle spese di consulenza e certificazione per quelle imprese che implementano sistemi di gestione aziendali certificabili. Da sottolineare che l’iscrizione all’albo costituisce titolo di priorità per:

  • la concessione di incentivi finanziari, contributi e agevolazioni previsti dalla normativa regionale;
  • il rilascio delle autorizzazioni amministrative previste dalla normativa regionale;
  • la selezione dei soggetti da invitare alle gare di appalto per lavori pubblici o forniture di beni e servizi, fermi restando i requisiti richiesti dalla vigente normativa in materia.

La CSR può essere sperimentata anche per un gruppo di imprese operanti a livello territoriale e costituenti la forma di un «distretto industriale», cioè di un «sistema locale» (area urbana di piccole-medie dimensioni) con una specifica vocazione produttiva.

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