Anche questo numero di Culture e Impresa, come il precedente, è centrato sulla salvaguardia degli archivi prodotti da imprese e attori economici. E su questi temi, possiamo anticiparlo con certezza, ritorneremo con le prossime uscite. Il perché di tanta attenzione è presto detto. Questi complessi archivistici e documentali corrono oggi il rischio di dispersione e distruzione.
Nel declino economico che sta segnando oggi il nostro Paese rischiano di essere vanificati più di vent’anni di crescita nella salvaguardia e nella valorizzazione di queste fonti: ricordiamo che non sono mai state varate leggi specifiche, non sono mai state intraprese azioni capaci di consolidare il frammentato fronte conservativo e, infine, nuove gerarchie e nuovi valori fanno sì che gli archivi e la loro tutela siano relegati ai margini

delle politiche culturali del nostro Paese.
Ecco perché, pur traguardando il più ampio orizzonte della responsabilità sociale dell’impresa (v. gli interventi di Stefano Zara e di Pierpaolo Baretta), insistiamo su questi temi:
lo facciamo sia configurando il centro della nostra rivista come una agorà dove attori diversi di questa lunga vicenda archivistica si incontrano virtualmente ricordandoci la loro esperienza, spiegandoci il loro punto di vista, suggerendo altre letture, altre angolazioni, richiamando l’attenzione di altri interlocutori e alimentando così uno scambio, una riflessione su stato e prospettive degli archivi economici e d’impresa. Gli interventi di Valerio Castronovo e Isabella Orefice affrontano questo tema, mentre Paola Carucci lo sviluppa sino a dimostrare l’inadeguatezza del Codice dei beni culturali a garantire tutela adeguata a un patrimonio culturale diverso de quello della pubblica amministrazione;
lo facciamo all’interno di una visione internazionale pubblicando, grazie alla collaborazione del Consiglio Internazionale degli Archivi, overview sulle esperienze archiviste sviluppate nei vari paesi del mondo (in questo numero l’Italia di Fabio Del Giudice, la Scozia di Alison Turton e l’Inghilterra di Lesley Richmond);
lo facciamo infine arricchendo il dibattito e l’informazione con interventi di studiosi di altri Paesi a partire da Hans Naess (Chairman International Council on Archives – Section Business and Labour) per proseguire nei prossimi numeri con esperti Unesco, U.E. e di altri organismi ancora.
Ma lo spazio dedicato agli archivi non si esaurisce qui: continua con la descrizione di casi (Antonella Bilotto con il riordino degli archivi della Camera di Commercio di Genova), con la recensione di siti web (Daniela Brignone) o di volumi (Luca Mocarelli).
In questo numero si parla anche d’altro: ricordiamo lo spazio che abbiamo dedicato all’ex operaio Ansaldo Vincenzo Guerrazzi, artista che da tempo si muove liberamente, come potrete direttamente verificare, tra pittura e scrittura.