Una decina di anni prima  dell’iniziativa presa da Caroline Mathieu, curatrice del museo d’Orsay,  quest’ultimo aveva lanciato un ciclo di mostre sulla storia delle grandi  imprese francesi, prima la Schneider e poi  la Wendel. 
                             
Il ruolo fondamentale ricoperto  dalla Saint-Gobain   nel corso del suo sviluppo tecnico e, in particolare, i legami stretti con  l’architettura erano per il Museo d’Orsay un soggetto ideale per concludere  questa trilogia.
                              Il progetto poteva riassumersi  così: “La ricchezza degli archivi d’impresa, la grandezza della sua storia,  l’interesse delle sue realizzazioni, che hanno sempre affascinato artisti,  pittori, scultori, architetti così come artigiani, dovevano permettere di  presentare oggetti di varia natura: un ritratto su medaglione di
Luigi XIV in  vetro colato e ugnato, risalente al 1685; grandi ritratti di amministratori (Madame  Geoffrin dipinto da Nattier, in  prestito dal Giappone); avvenimenti maggiori come la visita della duchessa di  Berry; gesta  e innovazioni tecniche (sanguigne  del diciottesimo secolo illustranti la colata, modelli, piante e acquarelli in  relazione alle innovazioni introdotte dall’impresa); oggetti emblematici come  il sorprendente raggruppamento di vetro filato, Lion et serpent, conservato al  Museo della tecnica e della cultura scientifica; acquarelli, disegni a  inchiostro sfumato, disegni tecnici, fotografie  rappresentanti l’evoluzione dell’impresa e delle sue filiali, come le sue  diverse sedi sociali a Parigi. 
                            Le realizzazioni e le produzioni  di questa impresa unica 
dovevano condurre lungo un percorso di trecento anni di  attività, dalla Galleria degli Specchi di Versailles e la rievocazione delle  esposizioni universali, fino ai mattoni Nevada della casa di vetro di Pierre  Chareau   e al padiglione dell’esposizione internazionale di Parigi del 1937.”
                            Davanti a questo progetto, il  problema stava nel concepire una mostra con contenuti museografici destinata ad  un grande pubblico e che poteva essere utilizzata dalle diverse filiali della  Saint-Gobain come strumento di comunicazione o come strumento di diffusione per  la clientela.
                              Sono occorsi tre anni, i cui  ultimi dieci mesi sono stati piuttosto intensi, per arrivare all’inaugurazione  di questa mostra che si è aperta il 6 marzo 2006, oggetto di un mecenatismo condiviso  tra il Museo d’Orsay e la Saint-Gobain sotto la guida di tre commissari,  Caroline Mathieu, Curatrice del 
Museo d’Orsay, Maurice Hamon, Direttore per le  relazioni generali della Saint-Gobain e Didier Bondue, Direttore dell’Archivio  Saint-Gobain. L’obiettivo è stato largamente raggiunto poiché alla chiusura  della mostra, il 4 giugno, si stima che il numero dei visitatori abbia  raggiunto le 100.000 persone circa.
                              
Concepita nella cornice del Museo  d’Orsay e sostenuta da una scenografia particolare, la mostra sarà oggetto di  repliche che verranno proposte alle filiali del Gruppo dall’Archivio  Saint.Gobain. Inoltre un DVD ricordo è in fase di preparazione.
                            Contatti:
                                Didier  Bondue
                                e-mail : didier.bondue@saint-gobain.com
                            Il catalogo della  mostra è a disposizione su ordinazione al prezzo di 44€
                            Scarica la versione originale dell'articolo in francese 