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Memoria d'impresa in Italia: continuità o dispersione?
di Alessandro Lombardo e Giuseppe Paletta
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Prima di entrare nel merito dei contenuti di questo numero, desideriamo ritornare  sul nodo delle difficoltà  che la salvaguardia della memoria dell’impresa e degli attori economici incontra nel nostro Paese. Stiamo parlando del sempre più evidente arretramento scientifico, istituzionale e organizzativo di quel vasto fronte di operatori culturali, intellettuali e imprenditori che si era cementato attorno a questi temi tra gli anni Ottanta e Novanta.
A distanza di un ulteriore decennio, ci sembra che il bilancio sia largamente negativo, non perché manchino i nuovi tentativi, ma perché essi rimangono isolati e non innescano alcun movimento finalizzato a produrre una sintesi di pensiero. Come uscire da questa situazione?
Non possiamo che riprendere quanto già scritto in proposito su questa rivista. Occorre che i vari soggetti interessati (associazioni imprenditoriali, amministrazione archivistica, università, Anai, ecc.) possano incontrarsi per affrontare il problema nella sua complessità e nella consapevolezza che i punti di debolezza sono ancora molto più ampi dei successi registrati.
“Culture e impresa” propone dunque a tutti i soggetti interessati di riprendere il filo dei ragionamenti sviluppati a Milano nel 2001, durante il convegno “Gli Archivi economici territoriali nell’articolazione del sistema archivistico nazionale” o, addirittura, avviati nell’ottobre del 1972 nel corso della proficua e ancora oggi attuale “Tavola rotonda sugli archivi delle imprese industriali” organizzata dalla “Rassegna degli archivi di stato”. E su questa idea, che potrebbe trovare attuazione già nell’autunno prossimo attendiamo da subito pareri e proposte.

Del resto, già alcune di queste , troveranno spazio, almeno in via di sintesi, nel prossimo numero della nostra rivista  e che non possono non  intrecciarsi anche con gli interventi di Maurizio Fallace (Direttore generale per gli archivi del Mbac) e di Maria Grazia Pastura (Direttore servizio III della Direzione generale per gli archivi), presenti in questa quarta edizione. Anche “Cultura e impresa”, occorre dirlo, risente della congiuntura negativa che attanaglia da alcuni anni l’archivistica d’impresa italiana e di conseguenza, a partite dal quinto numero, cercheremo in quest’ambito, di essere più presenti, più incisivi. Anche sul piano internazionale.
All’estero, infatti, le cose mediamente vanno come o  meglio di prima e vi è quindi una maggiore vivacità di cui tenere conto. Ci riferiamo, come è intuibile, al centro-nord Europa e al nord America ma registriamo anche un consolidamento dell’ iniziativa archivistica in Oriente - con Cina in testa a partire dall’ International Congress on Archives di Pechino del 1996 - e l’affacciarsi di nuovi paesi  come il Camerun ed altri ancora di cui non mancheremo di pubblicare le relative overview. Continua comunque la nostra riflessione sulla responsabilità sociale dell’impresa con un importante contributo del sociologo Luciano Gallino e, ancora, oltre a sottolineare la consistente offerta informativa, segnaliamo lo spazio dedicato al Cantiere navale Fincantieri del Muggiano (La Spezia). Lo abbiamo voluto inserire perché si tratta di una iniziativa archivistica particolarmente esemplare di come, attraverso azioni di tipo coalizionale, si possano produrre ancora oggi e nonostante tutto, importanti iniziative di salvaguardia.

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