Prima di entrare nel merito dei  contenuti di questo numero, desideriamo ritornare  sul nodo delle difficoltà  che la salvaguardia della memoria dell’impresa  e degli attori economici incontra nel nostro Paese. Stiamo parlando del sempre  più evidente arretramento scientifico, istituzionale e organizzativo di quel  vasto fronte di operatori culturali, intellettuali e imprenditori che si era cementato   attorno a questi temi tra gli anni Ottanta e Novanta.
A distanza di un ulteriore  decennio, ci sembra che il bilancio sia largamente negativo, non perché  manchino i nuovi tentativi, ma perché essi rimangono isolati e non innescano  alcun movimento finalizzato a produrre una sintesi di pensiero. Come uscire da  questa situazione? 
Non possiamo che riprendere quanto  già scritto in proposito su questa rivista. Occorre che i vari soggetti  interessati (associazioni imprenditoriali, amministrazione archivistica, università, Anai, ecc.) possano  incontrarsi per affrontare il problema nella sua complessità e nella  consapevolezza che i punti di debolezza sono ancora molto più ampi dei successi  registrati. 
“Culture e impresa” propone dunque  a tutti i soggetti interessati di riprendere il filo dei ragionamenti  sviluppati a Milano nel 2001, durante il convegno “Gli Archivi economici  territoriali nell’articolazione del sistema archivistico nazionale” o,  addirittura, avviati nell’ottobre del 1972 nel corso della proficua e ancora  oggi attuale “Tavola rotonda sugli archivi delle imprese industriali”  organizzata dalla “Rassegna degli archivi di stato”. E su questa idea, che  potrebbe trovare attuazione già nell’autunno prossimo attendiamo da subito  pareri e proposte. 
                          
Del resto, già alcune di queste ,  troveranno spazio, almeno in via di sintesi, nel prossimo numero della nostra  rivista  e che non possono non  intrecciarsi anche con gli interventi di Maurizio Fallace (Direttore  generale per gli archivi del Mbac)  e di Maria Grazia Pastura (Direttore servizio III della Direzione generale per gli archivi),  presenti in questa quarta edizione. Anche “Cultura e impresa”, occorre dirlo,  risente della congiuntura negativa che attanaglia da alcuni anni l’archivistica  d’impresa italiana e di conseguenza, a partite dal quinto numero, cercheremo in  quest’ambito, di essere più presenti, più incisivi. Anche sul piano internazionale.
                          All’estero, infatti, le cose  mediamente vanno come o  meglio di prima  e vi è quindi una maggiore vivacità di cui tenere conto. Ci riferiamo, come è  intuibile, al centro-nord Europa e al nord America ma registriamo anche un  consolidamento dell’ iniziativa archivistica in Oriente - con Cina in testa a  partire dall’ International Congress on Archives di Pechino del 1996 - e  l’affacciarsi di nuovi paesi  come il Camerun ed  altri ancora di cui non mancheremo di pubblicare le relative overview. Continua  comunque la nostra riflessione sulla responsabilità sociale dell’impresa con un  importante contributo del sociologo Luciano  Gallino e, ancora, oltre a sottolineare la consistente offerta  informativa, segnaliamo lo spazio dedicato al Cantiere  navale Fincantieri del Muggiano (La Spezia). Lo abbiamo voluto  inserire perché si tratta di una iniziativa archivistica particolarmente  esemplare di come, attraverso azioni di tipo coalizionale, si possano produrre  ancora oggi e nonostante tutto, importanti iniziative di salvaguardia.