Notevole repertorio di fonti fotografiche  uscito nel novembre 2007, 
Cultura  d’impresa in Lombardia – un secolo di lavoro in fotografia si presenta come  un volume assolutamente originale per l’impostazione ed il metodo col quale si  confronta con la sterminata tematica degli archivi d’impresa.
                              Gli studi e le pubblicazioni sul tema  sono poco frequenti e non sempre metodologicamente condivisibili. L’attenzione  sulla fotografia industriale italiana è recente, sebbene l’utilizzo costante  del mezzo fotografico come strumento di documentazione della produzione  industriale possa essere datato anche in Italia intorno agli anni ottanta  dell’Ottocento, in occasione delle prime esposizioni universali. L’unico  precedente comparabile nella qualità e parzialmente anche nel metodo è, per  quanto di mia conoscenza, il prezioso volume di Cesare Colombo 
La fabbrica di immagini –L’industria  italiana nella fotografia d’autore, edito da Alinari nel 1988, col quale veniva  organicamente affrontato il tema del rapporto tra impresa e documentazione fotografica  di qualità. 
                              Se nel libro di Colombo il filo  conduttore è dato dal lavoro dei singoli autori, in 
Cultura d’impresa in Lombardia l’elemento centrale dell’analisi è  l’industria e il suo rapporto con gli svariati utilizzi della fotografia: il  filo conduttore è dato cioè dagli archivi fotografici di impresa e  dall’immagine che l’impresa stessa ha inteso dare di sé attraverso l’utilizzo  della fotografia nel corso del tempo. 
                              Emerge guardando con attenzione il libro,  facendo ricorso alle assai utili schede dedicate alla storia delle singole  aziende, l’evoluzione del rapporto tra industria e fotografia; emergono inoltre  le differenti finalità per le quali, anche all’interno della singola impresa è  stato utilizzato il mezzo fotografico.
                              L’arco temporale delle immagini va dagli ultimi  decenni dell’Ottocento ai giorni nostri. È notevole soprattutto nelle  fotografie più antiche l’attenzione posta alle maestranze rappresentate come  comunità aziendale e probabilmente spesso percepite come risorsa centrale  dell’impresa. Sono in questo senso assai significativi i primi ritratti di  gruppo alla Beretta, alla Antonio Parma, alla Italiana Macchi, Arnoldo  Mondatori con i redattori del giornale «Luce» e la straordinaria fotografia  delle maestranze della Pirelli scattata da Luca Comerio nel 1905.
                              Le immagini pubblicate spaziano tematicamente  dalla documentazione relativa alla produzione ed all’innovazione di processo,  all’impiego di nuovi macchinari, alla documentazione sul prodotto finalizzata  alla pubblicità ed alla pubblicazione di cataloghi, alla fotografia delle  architetture fino al ricorso recente alla fotografia d’autore considerata essa  stessa elemento di prestigio per l’impresa che di conferisce una committenza a  un fotografo famoso.
                              La maggior parte delle immagini sono comunque  ascrivibili alla produzione di quella schiera di rigorosi artigiani della  fotografia, spesso legati ad un paese o ad un territorio che hanno  rappresentato con la loro competenza tecnica e pulizia formale il nucleo  fondamentale della professione fotografica nell’ Italia del novecento.
                              Emerge dal lavoro di costoro la capacità di  utilizzare la fotografia come uno strumento di comunicazione e documentazione  capace di proporre straordinarie sintesi visive nella “sottile fetta di spazio  e di tempo” oggettivata nell’immagine fotografica.
                              Sono comunque presenti nomi importanti della  fotografia italiana e non solo di quella di ambito industriale, ne cito solo  alcuni: Crimella, Vicenzo Aragozzini, Antonio Paoletti, Luigi Leoni, Roberto  Zabban, Gabriele Basilico, lo studio Da Re di Bergamo, l’agenzia Publifoto,  Niccolò Biddau, che è anche curatore del volume.
  
Cultura  d’impresa in Lombardia è quindi uno strumento utile sia perché costituisce il  primo organico studio sulla fotografia industriale in Lombardia, sia perché  propone un metodo di analisi basato sull’esame scientifico degli archivi di  impresa dai cui contenuti vengono desunte possibili interpretazioni analizzate  nell’interessante saggio di Giuseppe   Paletta che fin dal titolo, 
Le isole interpretative, dichiara questo approccio metodologico.