I 
quaderni  di sicurtà facevano parte del corredo di libri contabili dei mercanti del  medioevo. In questi registri venivano annotati gli elementi essenziali di ogni  operazione assicurativa (le prime polizze di assicurazione risalgono proprio a  questo periodo), sia quando il mercante faceva assicurare da altri le sue  merci, sia nei casi in cui, in veste di assicuratore, assumeva quei rischi che  solo cinque secoli dopo hanno iniziato a essere presi in carico dalle compagnie  di assicurazione.
Ben  si addice quindi la denominazione di 
Quaderni di sicurtà a un catalogo  di libri, tutti sulla storia dell’assicurazione.
È con  questo titolo – 
Quaderni di sicurtà, 
documenti di storia dell’assicurazione, Milano, ed. Antea – che nel 1996 è stato pubblicato  il primo strumento di consultazione della  biblioteca privata di Francesco Mansutti,  che in quell’occasione veniva aperta al pubblico con l’intento di divulgare la  conoscenza della storia dell’assicurazione, documentata – dalle origini  all’epoca moderna – dal punto di vista economico, giuridico, tecnico, sociale e  di costume.
 Con gli anni la biblioteca ha consolidato  la sua missione e nel 2004, con la donazione dell’intera biblioteca, Mansutti  ha dato vita alla Fondazione che porta il suo nome: un’istituzione culturale  che è divenuta punto di riferimento per l’analisi e la ricerca sul tema, sia in  Italia che all’estero. Ottenuto il riconoscimento giuridico da parte della  Regione Lombardia, la   Fondazione Mansutti, nella sua sede di Milano di Via Albricci  8, rende disponibile un patrimonio librario di circa 5 mila volumi, oltre 2.300  antiche polizze di assicurazione di tutto il mondo, 270 manifesti pubblicitari  di compagnie di assicurazione e un fondo di 426 targhe italiane di assicurazione  incendio (per i servizi della Fondazione si rinvia al sito: 
www.bibliotecamansutti.it).
A  causa del cospicuo incremento delle opere possedute, il catalogo del 1996 non  rispecchia più il patrimonio posseduto dalla Fondazione ed è per questo motivo  che si sta mettendo a punto un’edizione aggiornata dei 
Quaderni di sicurtà che uscirà all’inizio del prossimo anno. 
Nello  specifico, per quanto riguarda il patrimonio librario si tratta di una ricca  documentazione, che, in coerenza con la natura interdisciplinare della materia  assicurativa, fa riferimento a diversi campi del sapere. Dai primi trattati di  assicurazione, ai testi di economia e di storia del commercio (in prevalenza  legato all’attività mercantile marittima), agli studi sul calcolo delle probabilità  e di matematica attuariale per arrivare alle opere di diritto canonico, sono  questi i principali filoni del fondo antico. Mentre, se ci affacciamo ai tempi  più vicini a noi – che alle soglie dell’Ottocento videro il manifestarsi della  rivoluzione industriale e la nascita delle prime compagnie di assicurazione –  il panorama della biblioteca si allarga ulteriormente: dai semplici opuscoli  propagandistici ai grandi volumi celebrativi editi dalle compagnie stesse che,  nel tracciare la loro storia, offrono una ricca fonte di notizie sullo sviluppo  dell’assicurazione nel mondo.
Tra tutte queste opere meritano di  essere segnalati alcuni capisaldi della disciplina. Per primo il 
Tractatus de assecurationibus del  portoghese Pietro Santerna, il primo trattato sulla materia, pubblicato in  latino a Venezia nel 1552, nel quale l’autore enuncia con chiarezza il  principio fondamentale su cui si basa il contratto assicurativo: la buona fede.  L’opera uscì unita al poderoso studio 
De  mercatura di Benvenuto Stracca del 1553, in cui questo giureconsulto elabora per  primo un testo di diritto commerciale.
Il successo dell’opera di Santerna,  del quale la Biblioteca  conserva numerose edizioni, va attribuito anche al fatto che si sono dovuti  attendere addirittura due secoli perché vedesse la luce in Italia un altro  trattato sulle assicurazioni. Il grande 
Trattato delle assicurazioni marittime di Ascanio Baldasseroni fu pubblicato  in tre volumi a Firenze nel 1786. È un’opera importantissima nella quale il  contratto di assicurazione viene studiato con riferimento alle leggi, agli usi,  alla giurisprudenza e alla dottrina di tutte le principali piazze di commercio  europee.
È ormai riconosciuto da tutti gli  studiosi che il contratto assicurativo è nato nelle città marinare italiane,  che a salvaguardia delle loro attività mercantili promulgarono leggi e statuti  e istituirono tribunali, da cui sono nate pagine, ancora oggi essenziali, per  lo studio dell’evoluzione storico-giuridica di questo contratto. Così, solo per  ricordare alcune di queste opere, basta citare le 
Decisiones Rotae Genuae de mercatura – che riuniscono 251 sentenze  della Rota civile di Genova, uno degli organi giudiziari più importanti  d’Europa – e due testi legislativi sugli usi e costumi di mare: la 
Tabula de Amalpha e il 
Consolato del mare. Quest’ultimo è il più importante documento per  la storia del diritto commerciale marittimo, del quale la biblioteca possiede,  fra le altre edizioni, la seconda del 1549 stampata a Venezia.
Si può infine ricordare il problema  dell’usura, un argomento di viva attualità nel medioevo, in un periodo in cui  nascevano nuove forme contrattuali, fra cui anche l’assicurazione, nelle quali  l’interesse del denaro impiegato veniva ad assumere particolare rilevanza a  fronte di una posizione intransigente della Chiesa. Un problema a cui si  interessarono diversi teologi fra cui S. Bernardino da Siena, che sul finire  del Quattrocento scrisse il 
Tractatus de  contractibus et usuris del quale la biblioteca conserva il manoscritto membranaceo  in nitida e chiara scrittura corsiva.
Per  concludere, va messa in evidenza l’importanza di mettere a disposizione degli  studiosi i più preziosi testi posseduti realizzando una raccolta in formato  elettronico in grado di consentire un’agevole consultazione delle opere da  parte di tutti coloro che utilizzano un computer. Con questo obbiettivo la Fondazione Mansutti  sta creando una biblioteca digitale dei testi più antichi e rari, dei quali  sono già disponibili diversi titoli.